Ogni anno, durante il periodo che precede la nuova raccolta, abbiamo modo di fare considerazioni e pensare più intensamente a come sarà la futura annata, di raffrontare ipoteticamente la pregressa stagione con quella verso cui, ormai imminentemente, ci dirigiamo.
Ogni anno, durante il periodo che precede la nuova raccolta, abbiamo modo di fare considerazioni e pensare più intensamente a come sarà la futura annata, di raffrontare ipoteticamente la pregressa stagione con quella verso cui, ormai imminentemente, ci dirigiamo.
Progettare, in effetti, è la vera costante del lavoro di impresa: si riflette sul domani, sulle mosse da compiere dopo aver esaminato attentamente le mosse pregresse, gli imprevisti affrontati e i successi ottenuti. Raffronti e previsioni sono quello che ci spinge ad andare avanti migliorando.
Oggi, in particolare, riflettiamo sul fatto che l’anno scorso (la campagna olearia 2023/2024) nonostante, come più o meno tutte le regioni del sud Italia, abbiamo affrontato un importante periodo di siccità e di ondate di calore, siamo stati fortunati con alcune piogge primaverili. Ciò ha consentito una buona resa e l’ottenimento di un ottimo prodotto che ha vinto, anche quest’anno, diversi premi internazionali, uno fra tutti il NYIOOC, organizzato dall’Olive Oil Times con lo scopo di valorizzare un prodotto fondamentale nell’alimentazione mediterranea, e di rafforzare, dandole opportuna voce, la comunità olivicola globale. Proprio in occasione dell’oro del 2024 siamo stati intervistati, assieme ad altre aziende italiane premiate, per esprimere e raccontare le sfide che ci si sono palesate durante la scorsa campagna olearia. Oltre all’appena descritto fenomeno di siccità ed estremo calore, noi abbiamo fatto riferimento anche alla dilagante epidemia di Xylella che in Puglia ha decimato gli ulivi secolari così tanto caratterizzanti il paesaggio rurale pugliese e, soprattutto, del tradizionale blend di EVO pugliese.
Guardando ad un anno passato intenso e ricco di sfide e decisioni, oggi la nuova raccolta è più vicina che mai e, con l’avvicinarsi del momento clou dell’attività olivicola, ci domandiamo con più insistente intensità se il nuovo raccolto reggerà le aspettative che ci abbiamo messo, ripagherà tutti i nostri sforzi tecnici e fisici; ma soprattutto “come e quanto differirà rispetto alla molitura del precedente anno?”.
Lavorare con e nella natura significa questo, essere esposti più di altri a variabili incerte e il veloce cambiamento climatico acuisce questo aspetto. Ad oggi sono state fatte delle stime, si è detto, in particolare, che in Puglia nel periodo dell’allegagione, invece, quest’anno l’andamento meteo-climatico non è stato favorevole; per quanto noi possiamo constatare, allo stato attale i frutti si presentano in uno stato sano e grazie alle piogge intervenute durante questo autunno, dopo l’estate secca, si può ben sperare.
Stime e prospettive a parte, il lavoro è stato fatto, adesso non ci resta che aspettare ancora qualche giorno per cominciare a lavorare alla raccolta.
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